sabato 18 dicembre 2010

QUANDO LA RUSSA CARICAVA I POLIZIOTTI...

Storia di un giovane di belle speranze




Vigliacco, questa è apologia di reato” così il simpatico e sempre amabile Ministro della difesa Ignazio Benito Maria La Russa (nome completo di battesimo che il bravo politico tende a non pubblicizzare per ovvi motivi), apostrofava televisivamente l’altra sera il giovane studente dell’università La Sapienza di Roma reo di non aver detto chiaramente che ripudiava la violenza di piazza.
Si infervora il Ministro della difesa, fa la voce grossa.
Come quelli che appena prendono una manganellata voi a dire poverini, mentre invece (sic!) andare contro quei ragazzi che difendono la libertà e l’indipendenza (da chi?ndr) del paese… no, no non c’è nemmeno un poliziotto qui
Il copione è chiaro, tutti i manifestanti sono dei violenti chi non è violento non manifesta e sta contro i manifestanti, quindi è dalla parte del governo.
D’altra parte di getto viene da rispondere al Ministro che, grazie al celo per lui, non c’è nemmeno un poliziotto lì, perché quelli che fino ad ora ho sentito io, vorrebbero prenderlo a calci nel sedere visto che stanno sempre peggio e che il suo governo gli ha pure tagliato il pagamento degli straordinari (obbligatori) che verranno retribuiti in un futuro esercizio, che significa quando avremo un po’ di soldi e proprio non si tratta così gente che rischia la pelle per permettere a questi pagliacci di continuare a farci fare figuracce in giro per il mondo.

Comunque bisogna dire che La Russa parla con cognizione di causa e che di scontri di piazza ne sa qualcosa anzi ne sa davvero tanto, solo che li ha vissuti dalla parte opposta di coloro che oggi vuole difendere.
La storia che segue ha dell’incredibile, perché certe cose possono succedere solo in Italia e perché soprattutto a nessuno pare importare nulla.

Il bravo Ignazio, col suo fratellino più giovane Romano, da giovincello faceva la sua gavetta politica nel fronte della gioventù, venerabile movimento giovanile dell’allora MSI (di cui suo padre Antonino era senatore) e che tanto ha fatto per l’Italia per il terrorismo nero e non solo.
Nel lontano 1973 il piccolo Ignazio, irriconoscibile sotto il fluente capello nero e la barba lunga, era segretario provinciale a Milano del gruppo di giovani fasci di belle speranze: di per se un lavoro facile facile anche noiosetto a ben pensarci: tutto si riduceva a qualche sprangata a sedicenni comunisti davanti ai licei, due o tre sventramenti all’ arma bianca al mese, un po’ di attacchinaggio e il supporto politico ai camerati in difficoltà, che tradotto significa imboscare i terroristi in clandestinità nelle sedi e nei sottoscala.
Nulla di nuovo, negli anni settanta lo facevano tutti, anzi se non eri dentro a queste cose eri un’ameba e per questo forse che il giovane Ignazio e i suoi amici un po’ cominciavano ad annoiarsi e allora che fare? In quei giorni di dubbi e di inedia al piccolo rampollo di Nera famiglia non par vero di sapere che il grande Ciccio Franco (anche i fascisti hanno nomi idioti a volte), leader della rivolta dei Boia chi Molla di Reggio Calabria che regalò alla nazione altri sei morti inutili, stava per venire a Milano per una bella manifestazione primaverile. Le foto lo ritraggono allegro e felice vicino al suo “Padre Spirituale” mentre arringa la folla sull’esigenza di combattere il comunismo.
Però si sa, sono i mitici anni ‘70 e le cose non vanno sempre come dovrebbero andare, la situazione sfugge un pochetto di mano al giovane futuro ministro e di lì a poco la favoletta diventa tragedia.
Al comizio segue una manifestazione non autorizzata che vede alcune centinaia di appartenenti ai gruppi di destra scontrarsi, dall’archivio di stato della polizia raccontiamo il seguito:
Il 12 aprile 1973 alcuni appartenenti
all’estrema destra scagliarono due bombe a mano di tipo “SRCM” contro
una squadra del 3° Reparto Celere di Milano, provocando la morte della
guardia Antonio Marino e il ferimento di altri 12 militari: solo la presenza
in strada del Questore impedì ai colleghi dell’agente ucciso di scatenare una
caccia all’uomo. I responsabili di un simile gesto vengono arrestati dopo
poco: sono due conosciuti esponenti degli ambienti dell'estrema desta
milanese, Maurizio Murelli e Vittorio Loi rispettivamente 19 e 21 ann
i”.

Non sono riuscito a trovare in rete e negli archivi storici nulla (comunicati, interviste, lettere aperte, scritti sui muri… niente) a riguardo della riprovazione da parte del giovane Ignazio di questo barbaro omicidio, sì, perché se vai in manifestazione con un casco e lo tiri contro ad un agente uno può avere pure il dubbio che tu non lo abbia fatto in modo deliberato, magari stavi lì per caso magari sei arrivato in motorino oppure hai pensato che visti i tempi meglio coprirsi la testa prima che te la fracassino, magari non è così ma è plausibile… credo che invece se uno va ad un comizio con due bombe a mano in tasca lo fa con un preciso intento, ma anche io sono un vigliacco, come mi definirebbe il buon Ignazio, quindi non è giusto che pensi male dei bravi ragazzi Neri.
A pensare male, anzi malissimo, ci pensò infatti la magistratura, l’inchiesta si estende e cominciano a fioccare gli arresti (ché a quel tempo non ci si girava tanto intorno) a parlarcene questa volta è Francesco Fornari inviato speciale della Stampa:
Molti degli arrestati, infatti provengono da “Ordine Nuovo” e da “Avanguardia Nazionale” o hanno fatto parte delle SAM (squadre di azione Mussolini). Vi sono anche quelli del “Fronte della Gioventù”, l’organizzazione giovanile dell’MSI. Sembra infatti che Maurizio Murelli e Vittorio Loi abbiano chiamato in causa Ignazio La Russa, figlio del senatore missino Antonino La Russa, che da qualche mese ha preso il posto di Radice ed è responsabile provinciale. Questi secondo i due arrestati avrebbe partecipato attivamente alla manifestazione di giovedì guidandoli all’assalto della polizia in due momenti […]” (La Stampa dom. 22 aprile 1973)

L’inchiesta continua e qualche giorno dopo arrivano i mandati di cattura per tutti gli allegri ragazzi del Fronte della Gioventù milanese…
[…] a San Vittore sono finiti accusati di radunata sedizione e resistenza alla forza pubblica, Romano La Russa, figlio del senatore missino Antonino la Russa (e ora Assessore alla Protezione civile, polizia locale e sicurezza – lo so che è ridicolo!) […]. Per gli stessi reati sono ricercati Gaetano La Scala e Cristiano Rosati Piancastrelli scomparsi da parecchi giorni e un terzo personaggio di cui non è stata rivelata l’identità. Secondo voci non controllate potrebbe essere Ignazio La Russa segretario del Fronte della Gioventù

Da allora ne sono passati di anni e il giovane fascista di belle speranze ha fatto carriera, anche se probabilmente in un angolo del suo cuoricino Nero c’è ancora spazio per una bomba a mano e anche se ora si scaglia contro i giovani vigliacchi che si prendono manganellate e c’hanno pure il coraggio di dire che si sono fatti male.
Intendiamoci qui non si difende nessuna violenza, anche perché negli anni ho imparato che la violenza normalmente è organizzata per delegittimare un movimento e le immagini del giovane ragazzo romano che viene atterrato con un colpo di casco al volto da un tizio che subito dopo fa e riceve un saluto romano mi fanno pensare che qui l’infiltrazione è stata davvero pesante.

Mi piacerebbe fare due chiacchiere con il Ministro, possibilmente a distanza di sicurezza, che con certi personaggi estremisti e vigliacchi non si sa mai, per discutere di molte cose, tre cui per esempio il significato della parola coraggio in contrapposizione con la parola vigliaccheria, perché ci vuole proprio un bel coraggio per fare il paladino dei poliziotti, dopo un curriculum del genere…

venerdì 19 novembre 2010

Questo misterioso quadratino che troviamo su buste, cataloghi, depliant... è il QR code, l'ultima frontiera del marketing.


I codici QR (Quick Response), creati nel 1994 dalla società giapponese Denso Wave, sono l’evoluzione dei diffusissimi codici a barre che troviamo in bella evidenza su qualsiasi prodotto che acquistiamo. A differenza di questi ultimi, però, possono contenere una quantità di informazioni notevolmente superiore. Infatti se il codice a barre tradizionale può incorporare approssimativamente fino a 20 numeri, il QR code è in grado di gestire informazioni per centinaia o migliaia di volte in più. La cosa interessante è che è possibile gestire qualsiasi tipo di dato, caratteri alfanumerici, simboli, codice binario, codici di controllo e addirittura i Kanji, i caratteri usati nella scrittura giapponese.
Inoltre la nota interessante per noi creativi è quella di avere un corpo estraneo, notevolmente ridimensionato rispetto al codice a barre, che possiamo più facilmente inglobare nei nostri progetti grafici senza procurare grossi traumi visivi. Avendo assunto una delle forme auree per eccellenza, ovvero il quadrato, possiamo posizionarlo all’interno dei nostri progetti senza che diventi un peso nel nostro campo visivo. Il fatto poi di poterlo ridurre a dimensioni davvero minime ci aiuta ulteriormente. Anzi sembra quasi un elemento grafico a sé stante, a me ricorda tanto le splendide creazioni di Keith Haring. Spero che non si rivolti nella tomba per questa mia affermazione!!
Diffusissimi in Giappone e Stati Uniti e apparsi in Europa da qualche anno, i codici QR sono sui manifesti pubblicitari, sulle etichette dei prodotti alimentari, sulle inserzioni, sui biglietti da visita, etc.. In Italia Panorama, col numero di dicembre 2009, è stata la prima testata giornalistica ad usarli in qualche articolo e in alcune pubblicità.

Ma qual’è il reale punto di forza dei codici QR?

QR è l’acronimo di quick response (risposta rapida), poichè può essere interpretato velocemente anche con una immagine di bassa qualità. Oltre ad essere decodificati dai consueti lettori ottici, tipo quelli dei supermercati per intenderci, se inquadrati con la fotocamera di un cellulare rivelano informazioni di varia natura. Può essere letto da qualsiasi angolazione e anche se lievemente danneggiato (fino al 30%) le informazioni vengono comunque estrapolate.
Il QR code segna il passaggio tra la carta stampata e il mondo multimediale di internet. Ci apre la porta verso contenuti aggiuntivi che normalmente non potrebbero trovare posto sulle pagine stampate. Inviare un SMS, vedere un video, memorizzare i dati di un biglietto da visita, conoscere le proprietà di un prodotto, collegarsi ad una pagina web, il tutto semplicemente facendo una foto al codice QR di turno, senza digitare alcunché.
Sul display del nostro cellulare verranno inviate una miriade di informazioni che fino a qualche anno fa non potevamo nemmeno immaginare. I McDonald's di Tokyo lo usano sulla carta che avvolge i cheeseburger per illustrare le proprietà nutritive, le calorie e gli ingredienti del panino appena acquistato. In Svezia e Danimarca, dove è già di uso comune, lo si trova nelle vetrine dei negozi per pubblicizzare l’offerta della settimana o per illustrare le caratteristiche di un determinato prodotto. Ikea ad esempio lo usa sui suoi volantini pubblicitari, chi lo fotografa usufruisce di un coupon di sconto. In prossimità dei monumenti per esempio possono informare il turista sulla sua posizione e quale monumento sta ammirando, semmai ascoltando il racconto o vedendo un filmato. 
Gli utilizzi sono infiniti e sta solo a chi ne propone l’uso essere capace di dare quel plus che può spingere l’utilizzatore a compiere o meno un’azione o semplicemente usufruire, anche se virtualmente, di un bene.
L’editoria, in primis, può trarre enormi vantaggi da questa tecnologia aggiungendo dinamismo, interazione e live response a qualcosa di statico. Penso ad esempio alle previsioni meteo sulla pagina del nostro quotidiano, fotografando il nostro codice QR, velocemente potremo collegarci ad una delle numerose webcam sparse per l’Italia per monitorare se sulla nostra spiaggia preferita c’è il sole oppure se la strada di montagna per andare da nostra nonna è percorribile o meno. Il tutto in tempo reale. Beh, non vi si può rinunciare!
Il lavoro duro, per noi creativi tecnologici, non sarà tanto quello di codificare il quadratino delle meraviglie ma quello di sviluppare tutti quei contenuti interattivi ai quali far accedere i nostri utenti-consumatori permettendogli di superare il limite fisico della carta per fargli vivere esperienze nuove e coinvolgenti di cui non potranno più fare a meno.
Anche perché i contenuti multimediali devono essere confezionati ad-hoc per i dispositivi mobili se non vogliamo che collegarci pochi minuti ci costi quanto una serata in pizzeria. Vi consigliamo quindi di consultare attentamente il vostro piano telefonico per le connessioni ad internet se non volete ricevere brutte sorprese in bolletta.

Cosa dobbiamo fare per usufruire dei codici QR?

Bisogna seguire pochi e semplici passi:
1 – Procurarsi un lettore multicode per il nostro modello di cellulare;
2 – Avere un QR code da fotografare.
Per il primo punto basta collegarsi direttamente col cellulare all’indirizzo internet http://www.i-nigma.mobi/ ne esistono in realtà molti altri, e seguire le semplici istruzioni fornite per scaricare il software, il programma si installerà automaticamente. Alcuni telefoni di ultima generazione, come il Nokia N97, hanno già un lettore QR preinstallato. Una volta che l’installazione è completata non ci resta che andare a caccia dei codici QR.
Ci auguriamo tutti, io in primis, che l’uso di questa tecnologia si diffonda a macchia d’olio anche da noi per dare nuovo impulso alla comunicazione tradizionale offrendo servizi innovativi ai nostri clienti.
I guru del marketing avranno di che divertirsi.

Approfondimenti 

Denso Wavewww.denso-wave.com 

Mobile Barcodes – www.mobile-barcodes.com 

Lettore quarkode – http://quickmark.com.tw/En/basic/downloadPC.asp 

Generatore di QR-Codes – http://qrcode.vivateq.it/

martedì 16 novembre 2010

IL CALCIO DI RIGORE DELLA POLIZIA!!!

Non fai in tempo a chiedere che non venga usato dalla Polizia il manganello contro i dimostranti a Brescia che ti prendono subito in parola. Dal manganello si è passati allo stivale. E' nato un nuovo sport: il calcio di rigore contro il manifestante a terra. Vince chi gli frattura più costole.
"Si potrebbe conoscere il nome dell'eroico poliziotto che, sprezzante del fatto che era protetto da altri 5 colleghi, prendeva a calci in testa un manifestante a terra in quel di Brescia? Peccato non identificarlo, sarebbe simpatico solo trovarsi a tu per tu ad armi pari, vero, vigliacco? Chissa' cosa ne pensa il ns. [ministro(?)]dell'interno." Erio F. (dal sito www.beppegrillo.it)
http://www.youtube.com/watch?v=KCGJeyy-6rM

domenica 14 novembre 2010

LA VERA POLITICA

Mercoledì 10 u.s. sono andato a sentire il rendiconto dei primi sei mesi dei consiglieri regionali Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, eletti, anche con il mio voto, alla regione Emilia Romagna nelle liste Movimento 5 Stelle (di Beppe Grillo). Attenzione soloni della politica, che mentre voi continuate con i vostri bla bla su Berlusconi e sul circo che gira attorno a lui, una rivoluzione epocale del modo di concepire e fare politica è in atto da noi e in tutta Europa. La politica intesa come partecipazione attiva del singolo cittadino nella gestione e nel cambiamento della cosa pubblica, con le liste di Grillo diventa realtà, e a queste condizioni la voglia di ritornare a fare politica viene anche a me. Vedere due ragazzi che nel generale ostracismo di tutti gli altri consiglieri regionali, provano ad adempiere al loro dovere di cittadini eletti per rappresentare e tutelare l'interesse della gente comune, è una cosa che mi sprona a far sì che nelle prossime elezioni, a tutti i livelli, dalle comunali alle politiche, questo nuovo modo di fare politica possa crescere e diventare condizionante per tutte le forze politiche tradizionali. Leggetevi il programma di Grillo, informatevi di quello che hanno fatto e che stanno facendo Favia e Defranceschi [ http://www.emiliaromagna5stelle.it/ ], e di come lo stanno facendo, e non potrete che convenire che forse è l'inizio di una nuova stagione. Fini potrà anche spostare dei voti all'interno del centrodestra, Renzi potrà fare altrettanto nel centrosinistra, ma Grillo e la nuova via di fare politica andranno a intercettare e raccogliere voti nel più grande partito che c'è in Italia, quello degli astenuti. Spero di vedere non solo la fine di Berlusconi, ma anche di tutto il sistema politico attuale e di vedere nascere una nuova stagione che ci ridia fiducia.